Lettera aperta sull’onestà Agosto 2013 Cara persona onesta, la parola onestà viene usata all’ordine
del giorno e viene strumentalizzata nei confronti di chiunque allo scopo di
esortarlo ad essere onesto. Ma chi è onesto: è una persona che
agisce con onestà, lealtà, rettitudine, sincerità, in base a principi morali
ritenuti universalmente validi, astenendosi da azioni riprovevoli nei confronti
del prossimo, sia in modo assoluto, sia in rapporto alla propria condizione,
alla professione che esercita, all’ambiente in cui vive. (diz. Treccani
online). La parola deriva da onore: chi è onesto
è colui che ha onore, che è degno di onore, che è onorato. L’uomo nel corso dei millenni, per
‘obbligarsi’ ad essere onesto, ha codificato i principi morali ritenuti validi ed
ha creato la Legge. Questa quindi non è
altro che la norma o insieme di norme
che regolano il comportamento etico e sociale degli uomini. (diz. Corriere
della sera online). E la norma è il dettame, la regola
generale che prescrive la condotta da tenere in determinati casi o per
raggiungere determinati fini (diz. Garzanti di Italiano). Facciamo un esempio: una persona produce
del grano e lo conserva nel suo granaio per garantire il sostentamento suo e
della sua famiglia per tutto l’anno. Passa di lì un individuo che si appropria di
nascosto del grano coltivato dall’altra persona. Questa azione è rubare. Nel corso della sua storia l’uomo si è
reso conto che rubare è distruttivo per sé e per gli altri ed ha deciso,
universalmente, che rubare non è lecito. Ha creato delle leggi che penalizzano
chi ruba. Ha decretato che chi ruba è disonesto. L’applicazione, quindi, di ciò che
l’uomo ha ritenuto favorire il suo progresso non è altro che la formulazione
delle leggi ed il seguire la legge è una conseguenza dell’essere onesto. Chi è onesto è sincero e leale, non dice
menzogne per approfittarsi a suo vantaggio; chi è onesto desidera il bene per sé e per gli altri. Chi è onesto
ammette di aver potuto sbagliare e cerca di rimediare al danno che ha causato.
Chi è onesto sa riconoscere cosa è giusto e cosa è sbagliato. Già: cosa è giusto e cosa è sbagliato?
Chi può dirlo? Nell’anno 2013 si è accumulata
talmente tanta confusione su ciò che è
giusto e su ciò che è sbagliato che il concetto di onestà ormai viene usato finanche
dai criminali più incalliti! L’espressione “è una questione di onore” usata
all’interno delle organizzazioni criminali, è una stortura del concetto di
onestà. Bisogna far chiarezza. Prendiamo una legge dello Stato, il
presupposto è che essa è basata su principi morali ed etici volti a garantire
il bene del cittadino e della comunità. Ma possiamo dire che tutte le leggi
dello Stato lo siano? E possiamo dire che siano tutte comprensibili da
permettere di poter stabilire con chiarezza che siano basate su tali principi? Ci sono i governanti in uno Stato e ci
sono i rappresentanti del popolo, e nonostante ci sia democrazia, possono
essere varate leggi che non rispondono ai requisiti di una legge. Quando in America del Nord durante la
Rivoluzione, un giudice di Pace di nome Lynch istituì una legge che autorizzava
dei processi e delle esecuzioni sommarie
nei confronti degli uomini di colore (dal cui nome deriva la parola linciaggio),
anche quella era una legge. Ma non si poteva considerarla basata su principi
morali ed etici! La storia ci ha dato tantissimi esempi
di leggi ‘ingiuste’ e tutt’oggi siamo vittime di leggi che impediscono al
cittadino di vivere nel benessere ed in armonia con sé e con gli altri. Eppure, se il cittadino non segue le
leggi dello stato, è dichiarato disonesto. Ma perché esistono le leggi ‘ingiuste’ per
cui il cittadino dovrebbe sentirsi
comunque disonesto se le viola? Beh, il motivo si potrebbe chiamare ‘manipolazione’,
si potrebbe chiamare ‘controllo’ o ‘condizionamento’ se non si desse per certo (e si avesse la speranza di ciò) che i
governi democratici hanno come unico scopo quello di garantire i diritti
inalienabili dei cittadini. Allora potrebbe essere solo ‘ignoranza’,
potrebbe essere solo negligenza che comporta un tale riflesso sulle leggi di
uno Stato democratico. Un cittadino non sa più cos’è giusto e
cosa è sbagliato. Allora, quando è completamente in confusione arriva alla conclusione che una legge va
rispettata comunque e che se lui non riesce a farlo, è un fallito. E semmai,
dopo aver attraversato una fase di totale inerzia e passività, conclude che è
meglio farla finita. Bisogna fare chiarezza. Il mio pensiero, in questa lettera
aperta a tutti coloro che si impegnano ogni giorno a vivere nell’onestà, a
tutti coloro che si impegnano affinché anche gli altri si comportino
onestamente, al fine di avere una società onesta, è quello di esortare a far
chiarezza su cosa è giusto e cosa è sbagliato e di conseguenza come considerare
l’onestà nei confronti di quel soggetto. Il cittadino dovrà chiedersi chi è
disonesto: “sono io disonesto oppure è la regola?”. E dovrà poter darsi una
risposta in modo semplice e chiaro, senza alcun dubbio al riguardo. Null’altro da aggiungere. A voi le conclusioni. Con immenso affetto per il genere Umano. Franco Lombardo
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